Ciao! In questo articolo vorrei parlarti dell'attività motoria aberrante, ovvero di tutti quei movimenti che risultano privi di significato o di uno scopo, stereotipati e continui. Si possono identificare due aree di espressione di questo disturbo del comportamento: l’affaccendamento e il vagabondaggio.
AFFACCENDAMENTO
Per affaccendamento si intende quell’insieme di gesti e comportamenti ripetitivi svolti senza una finalità apparente. La persona appare indaffarata in attività prive di un fine logico, di cui non sempre è facile comprendere il senso, ma che lo vedono ‘impegnato’ in una continua ripetizione, quasi automatica. Non è quindi in grado di dare una spiegazione alle sue azioni: ad esempio non ci sa dire cosa sta cercando o perché continui a sistemarsi la gonna come se la stesse stirando.
Spesso questi comportamenti sono espressioni di uno stato di ansia che può essere il prodotto di:
- Un ambiente diverso o poco familiare;
- L’arrivo di ospiti;
- Il temporaneo allontanamento del caregiver;
- Numero troppo elevato di stimoli.
Ci sono alcuni momenti in cui il disturbo tende a manifestarsi più spesso, ad esempio durante le prime ore dopo pranzo, il tardo pomeriggio e le prime ore della sera; oppure quando la persona era solita uscire di casa per svolgere alcune attività che ora non può più fare, ad esempio per andare al lavoro.
Cosa fare?
- Valutiamo la situazione per evitare che si ripeta:
- Cosa potrebbe aver scatenato l’ansia?
- Ha dei bisogni fisiologici? (da quanto tempo non si scarica?)
- Ha dei dolori?
- Sforziamoci di non contrastare questo bisogno, il malato ha trovato il suo modo per scaricare ciò che sente e magari non riesce a comunicarci in maniera corretta;
- Assicuriamoci che non venga in contatto con materiali o oggetti pericolosi;
- Cerchiamo di distrarre il malato con attività che solitamente gli piacciono e se ci rendiamo conto che mette in atto queste modalità il alcune ore particolari anticipiamole.
L’affaccendamento può farci spazientire molto. Ricordiamoci sempre che la persona con demenza non mette in atto questi comportamenti per sfinirvi.
VAGABONDAGGIO O WANDERING
Per vagabondaggio si intende una deambulazione continua, apparentemente senza meta. Spesso infatti, chi soffre di una patologia dementigena sente il bisogno di vagare e in molti casi finisce per farlo lontano da casa.
Il problema è che poi ha difficoltà a ritrovare la strada del ritorno. La persona con demenza potrebbe anche mettere in atto questo comportamento in casa, girando per le stanze senza una meta.
Il wandering può apparire come:
- Un movimento continuo senza un percorso fisso o meta o finalizzato a scopi inappropriati;
- Un comportamento di affaccendamento spasmodico e affannoso;
- Un movimento senza fine verso luoghi o cose.
Il vagabondaggio può manifestarsi sia di giorno che di notte, comportando non pochi pensieri ed un notevole stress per il caregiver.
A cosa può essere dovuto?
- Bisogni fisiologici primari: sete, fame e la necessità di andare in bagno;
- Incapacità di comunicare: se la persona avesse difficoltà a comunicare, questo comportamento potrebbe essere la “messa in atto” di ciò che sta provando;
- Bisogno di attività fisica: il wandering potrebbe essere un'indicazione che la persona con demenza ha energia da bruciare e sente di aver bisogno di muoversi;
- Per abitudine o interesse: le persone con demenza sono ancora interessate a continuare con le loro attività abituali;
- Noia: molti malati di demenza hanno tempo a disposizione. Essere attivi o occupati dà loro un senso di scopo invece di stare seduti giorno e notte;
- Sollievo dal dolore: quando siamo a disagio o percepiamo dolore, spesso ci muoviamo per alleviare questa sensazione. Le persone con demenza non sono diverse. Se, come è la norma, è un anziano ad avere la demenza, c'è la possibilità che coesistano altri problemi medici, come i dolori artritici, e il movimento può dare sollievo;
- Risposta all'ansia: quando le persone sono sotto stress o ansiose, sono più propense a farsi un giro;
- Irrequietezza: la demenza impatta il cervello e questo include il comportamento fisico. Questi comportamenti sono spesso descritti come "irrequietezza" e comprendono il battere le dita, giocherellare con gli oggetti, e anche camminare;
- Perdita di memoria: quella a breve termine può indurre una persona con demenza a vagare e a diventare confusa. La persona potrebbe anche essere alla ricerca di qualcosa che ha perso o che pensa di aver perso;
- Ricerca del passato: quando la demenza progredisce, spesso induce a provare a cercare una persona o qualche informazione dal passato. Per esempio, il paziente può cercare una persona che si è trasferita di recente o che è morta.
Cosa possiamo fare?
- Valutiamo se la persona ha la necessità di bere, mangiare o andare in bagno;
- Cerchiamo di capire il suo stato d’animo o se ci vuole comunicare qualcosa;
- Evitiamo di rimproverarlo quando cerca di uscire: cerchiamo di distrarlo o usciamo insieme a lui;
- Teniamolo impegnato con delle attività nell’arco della giornata (ogni sabato vi suggerisco alcune attività da poter svolgere in casa);
- Se cerca informazioni del passato (ad esempio una persona), guardiamo con lui un vecchio album di fotografie e commentiamolo;
- Prendiamo provvedimenti per la sicurezza del malato: assicuriamoci che non ci siano mobili che possano intralciare il suo percorso, rimuovendo anche tappeti o fili che possono portare a cadute;
- Se avete un giardino sicuro, lasciatelo vagare in giardino, il sole e l’aria aperta non gli faranno male;
- Nel caso in cui uscisse da solo:
- Teniamo a portata una fotografia recente;
- Cerchiamo aiuto dai vicini e dagli amici o alla polizia;
- Assicuriamoci che abbia sempre con sé un documento, oppure scriviamo sui suoi vestiti nome, cognome e indirizzo;
- Valutiamo se sia il caso di comprare un GPS se la situazione si ripete spesso.
Il wandering è forse uno dei disturbi più complessi che, come avete visto, può essere dovuto a moltissimi fattori. Le terapie non farmacologiche ci possono aiutare molto nel “tenerlo a bada”, ma nel caso in cui dovesse diventare ingestibile è consigliabile contattare il medico.
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